Con la Legge di Bilancio 2017 (Legge 11 dicembre 2016 n. 232) si è introdotto per la prima volta in Italia il Piano Industria 4.0, un ampio programma di interventi in grado di favorire gli investimenti per l’innovazione e la competitività delle imprese, in particolar modo quelle manifatturiere. Il piano si è evoluto fino a diventare l’attuale “Transizione 4.0” e continua a rappresentare una grande occasione per tutte le aziende pronte a cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale.
Il nuovo paradigma Transizione 4.0 ha portato notevoli benefici fiscali (come iper-ammortamento e credito di imposta) legati agli investimenti in macchinari e nei cosiddetti beni immateriali 4.0 che mirano a portare la digitalizzazione in azienda (software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni).
La parola Digitalizzazione è ormai diventata di uso comune e spesso associata, in modo riduttivo, al semplice acquisto o utilizzo di una macchina/strumento digitale.
Quando applicata all’ambito aziendale, la parola Digitalizzazione contiene in sé un significato molto più ampio che si riferisce a un processo che deve interessare tutta l’azienda, dall’amministrazione fino alla produzione e alla logistica. “Digitalizzare” significa rendere possibile l’integrazione, se non la fusione, di parti diverse che partecipano all’attuazione di uno o più processi, permettendo alle fasi più “deboli” di guadagnare in efficienza con evidente beneficio a livello complessivo.
In quest’ottica, i temi dell’interconnessione e dell’integrazione dei beni materiali e immateriali nel “sistema Fabbrica” devono essere visti in un progetto più ampio ed organico. Gli investimenti in sé possono certamente trarre benefici fiscali dalla normativa, ma al contempo devono essere utilizzati in una rinnovata modalità, atta a migliorare i processi aziendali ed evolverli in ottica 4.0.
In questo più ampio significato si cela il vero obbiettivo del nuovo paradigma, soprattutto in ambito manifatturiero e industriale: non solo acquisizione di nuove tecnologie, in termini di macchine, strumenti e software, ma favorire e accelerare l’adozione in azienda dei principi della “Trasformazione Digitale”.
In particolare, la digitalizzazione in azienda si basa su:
- una struttura IT aggiornata;
- applicazioni digitali;
- creazione/ottimizzazione della rete di informazioni e processi;
- raccolta, analisi, elaborazione e conservazione dei dati.
Con tali presupposti si è facilmente portati a pensare che la trasformazione digitale del nostro sistema produttivo sia ormai un treno in corsa lanciato a grande velocità. La verità è che il treno è effettivamente partito, ma la sua velocità è spesso, per fortuna non sempre, rallentata o limitata da resistenze indicative della necessità di fare un ulteriore passo a livello culturale.
Occorre infatti intervenire su una certa propensione a “minimizzare gli sforzi”: in molti casi, soprattutto nelle realtà di piccole o medie dimensioni, i requisiti della normativa di interconnessione ed integrazione vengono implementati al minimo necessario, al solo fine di ottenere le agevolazioni e rispondere alle richieste della normativa, senza però riprogettare e digitalizzare il nuovo processo aziendale.
Questo principio è stato ripreso e ribadito dalla Circolare dell’Agenzia delle Entrate N. 9/E del 23 luglio 2021 e, a suo supporto, è arrivato da qualche giorno il “Decreto Aiuti”, pubblicato in GU il 17 maggio scorso con modifiche molto importanti dedicate agli interventi orientati alla Digital Transformation:
- aumenti al Credito Formazione 4.0;
- aumenti dei benefici per investimenti in software e piattaforme comprese nell’allegato B del piano Industria 4.0.
In particolare, per investimenti in software effettuati nell’anno 2022 e fino al 30/06/2023 (versando un anticipo del 20% entro fine 2022), è possibile avere un beneficio del 50% in credito di imposta (al posto del 20%).
L’incremento del beneficio fiscale dal 20% al 50% è segnale forte, che va nella direzione di superare più velocemente le resistenze di cui parlavamo sopra. É un invito inequivocabile alle aziende ad abbracciare in toto il paradigma 4.0, adottando nuovi processi in grado di sfruttare la digitalizzazione e permettere a tutte le risorse aziendali di integrarsi, sviluppando anche nuove competenze. Il semplice acquisto di un nuovo macchinario, purtroppo, non è più una condizione in grado di garantire un miglioramento delle performance aziendali tali da assicurare il necessario miglioramento della competitività sui mercati.
Articolo curato dall’Ing. Maurizio Zoppi, Resp. Industria 4.0.